Un tempo classificate come varietà di piede torto congenito, oggi si tende a denominarle singolarmente riservando la definizione di piede torto congenito alla sola deformità in equinismo, cavismo, varismo, supinazione e adduzione oggetto della metodica di trattamento Ponseti.
Le tre deformità sono: il piede talo – valgo, il metatarso addotto ed il piede reflesso – valgo – pronato o piede a dondolo o astragalo verticale.
Il piede talo – valgo non è una vera e propria deformità anatomica, ma piuttosto una deformità posturale intrauterina del piede che, mantenuto a lungo in una posizione forzata di eversione, presenta una transitoria ipovalidità delle unità muscolo – tendinee della loggia posteriore della gamba. Il piede talo – valgo non necessita di alcun trattamento perchè la ripresa della flessione plantare e dell’inversione del piede si verifica SPONTANEAMENTE entro qualche mese dalla nascita.
Il metatarso addotto è invece una vera e propria deformità che si manifesta clinicamente con una deviazione all’interno dell’avampiede la cui genesi sarebbe legata ad un difettoso orientamento delle superfici articolari della prima cuneo – metatarsale.
La deformità si risolve spontaneamente in circa l’80% dei casi. Se ciò non si verifica entro il secondo – terzo mese di vita è indicato l’uso di una scarpetta Bebax che mantenga l’avampiede deviato verso l’esterno per qualche mese. In casi particolarmente resistenti è indicata l’applicazione di 2 – 3 apparecchi gessati sostituiti ogni 3 – 4 settimane mentre la correzione chirurgica è eccezionale.
Il piede riflesso – pronato – valgo o piede a dondolo è una deformità complessa molto rara che, come il piede equino – cavo – varo – addotto e supinato, presenta una serie di alterazioni anatomo – patologiche che riguardano le strutture muscolo – tendinee attivatrici del piede, le strutture capsulo – legamentose della caviglia e del piede e la forma ed i rapporti degli abbozzi osteo – cartilaginei delle ossa tarsali. Molto rare sono le forme isolate idiopatiche perchè nella maggior parte dei casi questa deformità si associa a sindromi malformative o a neuropatie congenite.
Il trattamento di questa grave deformità consiste nell’associare tenotomie mini – invasive (tendine di Achille e tendine del tibiale anteriore) a manovre manipolative (Ponseti inverso). La correzione dei rapporti osteo-articolari deve essere stabilizzata mediante fili di Kirschner inglobati nell’apparecchio gessato femoro – pedalico post – operatorio.