Possono essere la conseguenza di qualsiasi protocollo di trattamento o non correttamente applicato o non adeguatamente seguito nel tempo.
Una deformità residua deriva dalla mancata correzione completa del piede torto mentre la recidiva, come abbiamo visto, è il ripristino della deformità dopo una correzione completa.
Le forme peggiori, in quanto più rigide, sono quelle conseguenti ad un trattamento chirurgico invasivo.
Generalmente, quanto più invasivo è stato il trattamento chirurgico iniziale tanto più rigida sarà la deformità residua o la recidiva.
Anche in questi casi è possibile praticare una ripresa della correzione con il metodo Ponseti.
La tecnica delle manipolazioni è la stessa e l’ immobilizzazione deve essere rigorosamente mantenuta in un gesso femoro-podalico a ginocchio flesso.
Molto spesso bisogna praticare tempi chirurgici complementari come l’allungamento percutaneo del tendine di Achille mediante incisioni a 3 livelli o addirittura l’allungamento a cielo aperto, la fasciotomia plantare percutanea e, soprattutto alla fine, la trasposizione del tibiale anteriore.
Una ripresa in gesso col metodo Ponseti di deformità residue e di recidive rigide può essere praticata fino all’età di 12-13 anni.
Molto spesso le manovre manipolative e l’applicazione dei gessi devono essere effettuate in sedazione perchè i ragazzi più grandi non tollerano il trattamento modellante. Inoltre, il tempo di immobilizzazione in gesso deve essere più lungo, fino a 4 settimane, perché le strutture fibrose da elasticizzare sono più rigide che nei bambini piccoli. Sono necessari generalmente da 2 a 4 apparecchi gessati.
Il punto debole di questa metodica è la restrizione prolungata della vita di relazione di ragazzi grandicelli che devono restare fuori carico per lunghi periodi di tempo. La bontà del risultato è di solito inversamente proporzionale all’età del paziente. L’aspetto certamente positivo è la conservazione di una buona mobilità del piede che non si ottiene con altre metodiche chirurgiche invasive.